“Gli aromi di cioccolata, di vaniglia, del rame scaldato e della cannella che si uniscono danno alla testa, sono molto invitanti.” — Joanne Harris, libro Chocolat
Che il cioccolato apra porte capaci di suggerire mondi, non è un caso. Lo stesso Forrest Gump, adorava i gamberi, ma la metafora della sua filosofia, improntata alla serendipità, era sintetizzata nella scatola di cioccolatini dove non “sai mai cosa ti capita!”. Lo hanno saputo dodici Willy Wonka, ospiti dello spazio Brussels House in via de Castilla coinvolti in una lezione di cioccolateria. D’altronde Brussels è sinonimo di praline, declinate nella raffinatezza dei loro ripieni. La tradizione affonda le radici nel 1912, quando il produttore di cioccolato belga Jean Neuhaus, nella sua bottega sotto gli archi delle Galeries Royales Saint-Hubert di Bruxelles inventò la pralina: una mandorla o nocciola tostata ricoperta di cioccolato. Fu il battesimo di un successo, la consacrazione di un’arte. Il cioccolato belga divenne apprezzato per il suo aroma intenso, per l’utilizzo di materie prime eccellenti, a cominciare dal burro di cacao, realizzato con il 100% di cacao, senza grassi vegetali alternativi come l’olio di palma.
Indossati le toque blache da chef e cinti i grembiuli, di cui i più scettici dubitavano della necessità, guidati da Giulia, maitre chocolatier della Cioccolateria Charlotte Dusart a Milano, i dodici prodi si sono cimentati nella preparazione delle praline. O meglio delle loro finalizzazioni visto che le basi erano già pronte . Sotto lo sguardo di alcuni Puffi d’artista che presiedevano ai lavori in qualità di umarell, sono state così farcite le camicie con cioccolata fondente e al latte. Con un gioco di squadra le praline sono state immerse nella cioccolata liquida e infine tuffate nelle decorazioni. Solo quando i cioccolatini, amatoriali ma realizzati con cuore, sono state riposti dei “ballotin”, piccole scatole di cartone, brevettate con scomparti, i dodici aspiranti cioccolatai si sono guardati intorno e hanno capito. Il tavolo di lavoro era stato trasformato in un Pollock tra gli schizzi di cioccolata e la polvere di cocco. Se si sono divertiti? Rispondo io per loro: ci siamo divertiti veramente tanto! A presto, Brussels! Ci si vede in Bit!