Milano torna a brillare sotto lo sguardo indulgente della Madonnina mentre palazzo Reale riapre le sue porte ai visitatori con le sue mostre. La vita sembra pulsare di nuovo e, se non ci fossero file regolate, mascherine a coprire i sorrisi e disinfettanti ad ogni angolo, potrebbe sembrare un giorno come un altro. O meglio un giorno di un calendario a caso della prima vita. Quando il mondo si è fermato a marzo dello scorso anno. Oggi, poi, è sabato e un piccolo crocchio di persone applaude e invita a cori: sono i partecipanti a un matrimonio. Risalgo la maestosa scalinata a un anno di distanza pronta a immergemi nella vita di una donna che è diventata icona.
Essere donna in un contesto maschile non è semplice. Fare da apripista come donna in un contesto maschile è ancora più complesso. Ma essere donna e fare da apripista in un mondo interamente in bianco e nero, è la classica eccezione. Visto che le regole, però, non potrebbero esistere senza la smentita dell’eccezione, Margaret Bourke-White appartiene a questa categoria. La sua eccezionalità di reporter di guerra e di costume in terra straniera, l’ha resa una leggenda del fotogiornalismo. Divenne la prima fotografa autorizzata a scattare foto in URSS, e realizzò memorabili reportage per testate quali Fortune e Life.
Immortalò attimi come la mattanza dei campi di concentramento e l’aperthaid del modello statunitense e poi raccontò i personaggi. Perchè dietro ogni grande storia, c’è sempre un personaggio che ha reso possibile l’attivazione della biglia sul piano inclinato. E cos’è la storia se non una concatenazione di cause e di effetti?
Autrice di numerosissimi ritratti, fra i quali spiccano quelli del Mahatma Gandhi da cui apprese l’arte di filare e di Iosif Stalin, tra i suoi servizi più noti vi furono le prime indagini fotografiche sul mondo industriale, gli indimenticabili scatti durante la Seconda Guerra Mondiale e le inchieste sulla segregazione razziale in Sud Africa e negli Stati Uniti.
Inaugurata lo scorso settembre a Palazzo Reale, la mostra “PRIMA, DONNA. Margaret Bourke-White”, raccoglie alcune tra le più spettacolari immagini realizzate dalla reporter statunitense durante la sua lunga carriera.
Oltre cento immagini, provenienti dall’archivio Life di New York, divise in gruppi tematici che, in una visione cronologica, rintracciano il filo del percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.
Quando esco, con il ricordo di questa donna capace di rendere unica la sua vita non lineare, nel cortile vedo che gli sposi sono cambiati. Lo scialle bianco è stato sostituito da un tubino rosa. Un nuovo matrimonio è pronto per essere siglato in questa Milano che torna a brillare. Come quella Madonnina sulla cima delle guglie il cui oro ha sempre illuminato le ore più buie della Lombardia. Ricordando che si può uscire, se si vuole. Dalle paure e dalle ipocondrie. Dalla sofferenza e da ore lunghe come mesi. Alla fine, succede sempre così.
Margaret Bourke-White: lo scatto di una donna
Palazzo Reale, fino al 29 Agosto 2021