Natura e storie si incrociano nelle valli del Trentino e per gustare i valori della tradizione la proposta è di andare alla scoperta degli antichi borghi che, tra boschi e vallate, sorgono come fiori spontanei: bellissimi e un po’ nascosti. Appartati tra le montagne, i piccoli borghi storici del Trentino sono inconfondibili con le loro storie, le pietre antiche, i vecchi fienili e un patrimonio di tradizioni che si tramanda dal passato.
Ai piedi delle Dolomiti di Brenta e a poca distanza dal lago di Molveno, ecco San Lorenzo – Dorsino. Questo antico borgo contadino è nato dalla fusione di sette Ville: Berghi, Pergnano, Senaso, Dolaso, Prato, Prusa e Glolo. All’interno delle sette frazioni si possono ancora osservare rare architetture rurali caratterizzate da elementi architettonici unici come i “pont”, le rampe carrabili per accedere ai depositi di fieno, gli essiccatoi e i fienili nella parte alta delle abitazioni. Un altro possibile itinerario incrocia il sacro e il profano tra Santuari, piccole chiese e cappelle alla scoperta dei simboli di una devozione che nella storia si è alimentata di sofferenze calamità naturali ed epidemie.
Appena fuori dal paese si aprono i percorsi nel Parco naturale Adamello-Brenta. Il prodotto più tipico è la Ciuìga, un salume ottenuto mescolando carne scelta di maiale con le rape cotte.
Per chi vuole conoscere l’architettura rurale degli antichi borghi trentini, è Rango la meta da visitare. A pochi chilometri dalle Terme di Comano, Rango domina silenziosamente l’altopiano del Bleggio. Portici, cantine, androni, fontane e recinzioni in pietra, vie lastricate ed antiche dimore si osservano nel cuore del borgo, testimone dell’antica vita rurale trentina. E parla ancora di un passato di pellegrini, pastori con le loro greggi, mercanti e viaggiatori. Arrivando a Rango el portech de la Flor è la prima struttura abitativa imponente che si presenta agli occhi. È il nucleo più antico e massiccio del borgo, esempio per tutti gli altri porteghi di cui Rango si riempì nel tempo. Con una breve passeggiata si raggiunge la vicina frazione di Balbido, uno dei “paesi dipinti” del Trentino e dove le facciate di numerose abitazioni sono affrescate da grandi “murales”, opere di artisti nazionali e internazionali ispirate al mondo contadino. Prodotto tipico di questa zona sono le Noci del Bleggio, raccolte ancora a mano, nella seconda metà di settembre, lavate ed essiccate naturalmente sui graticci delle soffitte arieggiate delle case.
A Canale di Tenno si passeggia lungo i viottoli ciottolati tra antichi edifici, archi di pietra, porticati e robuste mura, il tutto a pochi chilometri dal lago di Garda. Il borgo è un caratteristico agglomerato rurale costruito a misura d’uomo e ricco di storia. Canale accoglie chi lo visita con un intrico di vicoli selciati e di portici dove si affacciano i caratteristici avvolti delle vecchie case in pietra e che collegano le abitazioni l’una all’altra, testimoni di un passato contadino antico di secoli, che sprofonda nel Medioevo. Questi spazi sono oggi occupati da botteghe artigiane e locali tipici. Uno dei luoghi di riferimento del Borgo di Canale, ormai conosciuto anche all’estero, la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” che ospita, da marzo a dicembre, esposizioni ed eventi artistici. Vero e proprio gioiello del Tennese, in prossimità del borgo di Canale, il Lago di Tenno è famoso per i colori delle sue acque – dall’azzurro turchese al verde smeraldo – che cambiano a seconda della stagione, del livello idrico e delle condizioni meteorologiche. Il prodotto tipico del tennese è la Carne Salada.
Bondone, nei pressi del lago d’Idro, è l’ultimo dei borghi trentini – in ordine di tempo – ad essere entrato nell’elenco dei “borghi più belli d’Italia”. Siamo nel comune più meridionale della Valle del Chiese, al confine con la Lombardia, un borgo che nasce storicamente come un paese dei carbonai. e oggi percorrere le strade strette, anzi strettissime, di selciati medievali, passare sotto archi, salire per strade che si trasformano in ripidi scalini tra le case, sfiorare i muri a secco coperti di muschio significa tornare indietro negli anni quando a Bondone gli abitanti, i carbonai e le loro famiglie, vivevano solo per quattro mesi e nei restanti il borgo si spopolava e si immergeva nel silenzio. Oltre alla Chiesa della Natività spiccano nel paese le numerose icone affrescate dedicate alla Madonna, memoria di antiche espressioni di Voto. Nei dintorni Il fascino di Castel San Giovanni antica fortezza dei Conti Lodron risalente al XII secolo, sta soprattutto nella sua posizione, sulla sommità di uno sperone roccioso che domina il Lago d’Idro. Il prodotto tipico della valle del Chiese è la Farina Gialla di Storo.
Ai piedi delle Pale di San Martino ecco infine Mezzano, con le sue artistiche architetture in legno ed i suoi panorami dolomitici. Oggi il borgo è una sorta di serbatoio di vita alpina, una miniera inesauribile di idee che si offrono al visitatore in ogni angolo nascosto, lungo i vicoli, nelle piazzette, all’ombra dei ballatoi in un vibrante museo sotto il cielo. Un museo unico, che si visita semplicemente passeggiando lungo diversi itinerari a tema, che invitano a rintracciare nel borgo i “Segni sparsi del rurale”: acqua con le caratteristiche fontane, i lavatoi e la “lisiera”, orti (circa 250), architetture rurali e tabià, dipinti murali e antiche iscrizioni e soprattutto le famose cataste di legna che solo qui si fanno arte: “Cataste&Canzei”, un percorso che a ogni angolo riserva una sorpresa, una mostra diffusa tra gli angoli più caratteristici che impreziosisce il borgo.
A Mezzano, tutto parte dalla natura e alla natura riconduce. Così anche per i numerosi sentieri segnalati che dal paese portano alla scoperta, a piedi o in mountain-bike, di un ambiente ancora inalterato nel Parco naturale di Paneveggio – Pale di San Martino. Prodotto tipico del Primiero è il Botiro, un burro a panna cruda affiorata naturalmente in malga da latte prodotto durante l’alpeggio estivo.
E nelle Dolomiti del Trentino c’è un secondo “Borgo più bello d’Italia”, è Vigo di Fassa, culla della cultura ladina. È dal piccolo borgo di Vigo (“Vich” in ladino) che al tramonto si ammirano le Dolomiti tingersi di rosa. Vigo conta tante frazioni e tra queste Tamiòn, piccolo nucleo abitato a 4 km dal paese dove, tra le case con gli antichi fienili, c’è una chiesetta dedicata alla Santissima Trinità. Il santuario gotico di Santa Giuliana, intitolato alla patrona della Val di Fassa, è uno dei più antichi della valle e sorge su un luogo di culto preistorico, il castelliere del Ciaslìr. Dal paese con la funivia si sale in pochi minuti sul belvedere del Ciampedìe, porta di accesso alla valle del Vajolet e al Gruppo del Catinaccio – Rosengarten. Il prodotto tipico locale è il formaggio Cuore di Fassa del Caseificio Sociale Val di Fassa, prodotto con il latte crudo intero di razze bovine come la Bruna e la Grigio Alpina e stagionato da 2 a 8 mesi.