L’Acropoli: la città degli dei

Di Eleonora Boggio

E’ una conquista guadagnare la cima dell’Acropoli. Si arriva a fatica, arrancando tra le pietre scolpite dal tempo ed erose dalla salsedine. Ce lo fanno notare in molti che non sarà un percorso facile, quello fino alla cima ma papà, indifferente agli avvisi non molla e si mette in cammino due passi davanti a me. Ovunque odore di mito, temprato dai profumi delle olive mature.  Il viaggio comincia a Plaka, camminando sulle sue stradine ci si scopre circondati dall’agorà romana, dall’antica agorà greca, dal tempio di Zeus e, salendo sempre di più, ci si ritrova a camminare su pietre rese levigate e scivolose dai millenni e, chiedendosi come facessero Pericle ed i suoi concittadini a non scivolare su quelle superfici rese così lisce dalle intemperie, ci si accorge di essere avvolti da alberi di ulivi dall’odore antico, forse rimasti lì per volere di Atena che, per proteggere il suo tempio più famoso, lo ha circondato di ulivi, pianta a lei sacra con cui convinse gli ateniesi a preferire lei, anziché lo zio Poseidone, come protettrice della città appena fondata.

È così che Atena guida il visitatore più sensibile al mito, accompagnandolo per mano,  fino alla parte più alta dell’Acropoli facendolo entrare, in punta di piedi, per portarlo davanti alla maestosità delle antiche colonne quasi senza che se ne accorga. Una volta dentro l’Acropoli tutto sa di mito, di antico, se non fosse per gli innumerevoli turisti con videocamere e macchine fotografiche, si potrebbe anche pensare di essere un abitante della poleis. Lasciato il Partenone alle spalle e l’Eretteo sulla sinistra, camminiamo verso una bandiera. Accanto a cui si legge una targa prima di salire posta in memoria dei patrioti greci morti dopo essere saliti sull’Acropoli e aver rimesso la bandiera greca al posto di quella nazista, indegnamente innalzata sulla  collina di chi aveva creato il più alto ideale politico e di libertà: la democrazia; a testimonianza di un orgoglio e un senso di libertà nazionale antico di millenni. O vedere, riparati dalle fronde degli ulivi, satiri che inseguono ninfe, Apollo suonare la lira e scorgere lontano Poseidone troneggiare sull’Egeo col suo tridente ma anche facendo un bagno nella baia di Assini sarà facile, volgendo lo sguardo verso le antiche mura, scorgere Agamennone, Ulisse, Achille e gli altri eroi greci, pronti a partire con le loro navi alla conquista di Troia.

 

 

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