Di: Isabella Pesarini
Il programma del festival letterario, tale Parolario, che si ripete ogni anno per le prime due settimane di settembre, prevede una serie di incontri a Villa Olmo, per l’occasione aperta a tutti senza biglietto d’ingresso. Per arrivare è stata prevista una navetta, anche questa gratuita, con cadenza di venti minuti tra la prima e la successiva. Arriviamo a Piazza Cavour, dove dovrebbe esserci il capolinea di suddetta navetta. Dovrebbe, per l’appunto! Siamo in piena Piazza Cavour, in mezzo a Piazza Cavour, ma della navetta non c’è nemmeno l’ombra! Per fortuna ci sono i tendoni della fiera dei libri, ci dirigiamo lì. Sicuramente lì dentro sapranno darci una dritta! No, non se ne parla. I venditori di libri non sono minimamente al corrente dell’esistenza di una navetta per Villa Olmo. Non resta che sondare l’ultimo angolo buio, sul retro del tendone, il meno visibile dalla strada principale che dà sul lungolago … Eccola! Come per miracolo, assoluto scherzo di prima mattina, la navetta sosta indisturbata all’angolo meno visibile della piazza. Cinque minuti e si parte!
Como, Villa Olmo. Villa Olmo lascia sempre col fiato sospeso. Il giardino all’italiana accoglie il visitatore con statue imponenti, lo sguardo corre a destra verso il Lago, a sinistra verso la Villa, capolavoro neoclassico del tardo Settecento di Simone Cantoni. Con la mente mi proietto nel passato, dimentico per un istante la frenesia di questo secolo. Qui tutto è calmo, curato, perfetto. Vorrei vedere la mostra della Belle Époque, ma per l’occasione del festival letterario la mostra è stata accuratamente chiusa, sono rimaste aperte solo le stanze adibite a sale presentazioni e a sale di vendita dei libri partecipanti a Parolario. La cultura potrà mai essere considerata un’unica entità con diverse sfaccettature? È un pensiero che mi accompagna all’uscita della Villa.
Il secondo indirizzo del festival è Villa del Grumello, a due minuti da Villa Olmo. Attraversiamo il giardino all’italiana, usciamo dal secondo ingresso e ci dirigiamo lungo via Cernobbio verso la seconda Villa. C’è un solo marciapiede, le automobili schizzano alla velocità degna di un Gran Premio, ovviamente l’ingresso di Villa del Grumello è dal lato senza marciapiede! Per completare la beffa l’ingresso è stato posto cinque metri dopo le strisce pedonali. È necessario un atto di coraggio per entrare nella Villa? Sfidiamo automobili che corrono a velocità folle da entrambi i lati e … pazzesco! L’entrata è chiusa da un lucchetto! Le presentazioni di oggi sono state riunite a Villa Olmo, ma chi si aspettava di trovare una meta turistica chiusa di domenica?
Camillo benso (Conte di Cavour)
Como, Piazza Cavour. È ora di pranzo. Sedersi a Piazza Cavour non conviene: i prezzi sono quel tanto più caro da conferire alla piazza una nota di ricercatezza, i tavolini sono tutti all’aperto, nonostante le nuvole stiano minacciosamente scendendo dalle vette delle montagne circostanti per avvicinarsi al pelo d’acqua del lago. Troviamo posto in Piazza Alessandro Volta, giusto in tempo per non cadere vittima del temporale! Il terzo indirizzo di Parolario è via Vitani, che ospita la Marsiglione Arts Gallery. Le indicazioni sparse per Piazza Volta non permettono di ricostruire la strada fatta e quella da percorrere, i riferimenti geografici sono confusi. Se ho il lago alle spalle, per quale motivo questa dannata mappa lo segna esattamente di fronte a me? Optiamo per la ricerca casuale della via, siamo in pieno centro storico, magari troveremo qualche altra indicazione! Troviamo via Vitani con facilità, così come la Marsiglione Arts Gallery, opportunamente chiusa nella giornata di domenica. Ma i turisti quando vanno a visitare le gallerie, se non di domenica? Questa domanda continua a rimbalzare nella mente. Lasciamo perdere la Biblioteca Comunale e il Teatro Sociale, gli indirizzi del festival giocano troppi colpi bassi. L’indicazione gialla con la scritta Duomo non lascia dubbi. Ci dirigiamo lì!
Broletto in piazza
Siamo in Piazza Duomo. I tre secoli e mezzo necessari per la costruzione e il completamento della basilica impongono al turista di fermarsi per ammirarne la magnificenza. Lì vicino c’è il Palazzo del Broletto, l’ultimo indirizzo segnato nel dépliant informativo di Parolario. Sfidiamo la sorte? Io e la mia amica ci guardiamo e cogliamo la sfida. Passiamo i successivi dieci minuti a chiedere informazioni per tutta la piazza, ci viene ripetuta la stessa indicazione, tutte le volte. “Tenete il Duomo alla vostra destra e troverete il Palazzo del Broletto alla vostra sinistra”. Stiamo tenendo il Duomo alla nostra destra, ma a sinistra c’è una via e sull’estremo lato sinistro della basilica c’è una chiesa, anche questa chiusa. Stiamo per desistere dallo scovare quest’ultimo indirizzo, quando si materializza un’indicazione gialla: Broletto. E no! Ora troviamo questo benedetto Palazzo, dovessimo fare il giro della Piazza dieci volte! Le pareti del Duomo sono a destra, non rivolgo lo sguardo a sinistra, troverei la strada dei dieci minuti appena passati, decido di stare sul lato destro della strada. C’è una scalinata, che porti al Palazzo del Broletto? Meglio! È l’entrata! L’indicazione dei comaschi sarebbe stata corretta se avessero aggiunto di entrare nella loggia sul lato sinistro del Duomo! Il Palazzo del Broletto si trova al primo piano sopra la loggia. È stato previsto anche l’ascensore! Rimane ben poco dell’antico palazzo comunale a fasce marmoree di vari colori, costruito tra il tredicesimo e il quindicesimo secolo. Le facciate esterne conservano i segni del passato, l’interno è stato rimodernato completamente. Muri e pavimentazione sono in legno, l’unico grande salone che costituisce il Palazzo del Broletto è per il momento sede di una mostra d’arte moderna. In tutto siamo quattro visitatori, ben pochi per una mostra. Una pittrice che ha esposto lì la sua opera conferma: Como non è luogo per l’arte. Cerco di scacciare la delusione dai pensieri.
Quel ramo del lago di Como
La pioggia continua a scrosciare da due ore, cerco di riparare sotto la giacca i libri che ho preso alla fiera in Piazza Cavour. L’unico intoppo è l’acqua alta in piazza. Sembra di essere a Venezia coi ponteggi! Invece qui, senza ponteggi … Le automobili non si preoccupano dei passanti e passano alla solita velocità, regalando un bagno non cercato ai pedoni già alle prese con un attraversamento stradale difficoltoso. Per fortuna, il lato per andare verso la stazione Como Lago è quello col livello più basso d’acqua. Mi volto per un momento. Le nuvole hanno superato le vette da ore, sono a pelo d’acqua sul lago. Arrivate per seguire un festival letterario, abbiamo invece scoperto i lati più nascosti della capitale del Lario. I miei occhi impressionano l’istantanea di una città surreale, assolutamente imprevedibile.