Di Isabella Pesarini
Guten Morgen Berlin! Dopo mesi e mesi di duro lavoro cosa c’è di meglio se non regalarsi una vacanza? Se poi la destinazione è la capitale europea dell’avanguardia sei ben felice di svegliarti all’alba per vivere ventiquattro ore in pieno mood berlinese.
7.30 del mattino, e sono ancora a coccolarmi in un coloratissimo albergo thailandese con tanto di gestore turco. Berlino, crocevia di culture, sperimentazione di molteplici realtà. Esco da Tierpark con la precisa intenzione di dirigermi all’isola dei musei, Museumsinsel, Bodestraße 1-3. Il sistema dei trasporti pubblici berlinese è così ben strutturato da coprire l’intera città, tra autobus a due piani, metropolitane, ferrovie. Ad Alexanderplatz si scende dalla U-Bahn U5, la linea ferroviaria urbana U5, per prendere la S-Bahn S7, la metropolitana S7, che porta direttamente a Friedrichstraße, da cui si può raggiungere senza troppe difficoltà il pluricelebrato Lustgarten, il giardino dei piaceri della capitale tedesca. Io e l’amico che è in viaggio con me ci guardiamo negli occhi, increduli. È solamente un piccolo spazio ampio con qualche albero e qualche statua neoclassica che fanno da cornice! Ma appena alzo gli occhi … la maestosità diventata architettura si erge prepotente sui quattro lati, i musei si guardano l’un l’altro, l’Altes Museum, il Neues Museum, l’Alte Nationalgalerie, il Pergamonmuseum, il Bode-Museum, quasi a volersi sfidare per attrarre il futuro visitatore. Procederemo con ordine, in fondo è solo mattina …
La prima tappa è l’Altes Museum, il museo delle antichità, al cui interno sono esposti reperti delle primissime civiltà italiche e di tutto il bacino del Mediterraneo. Ho dovuto attraversare più di mille chilometri per scoprire le mie antichissime radici! Entriamo quasi intimoriti dalle gigantesche colonne neoclassiche che circondano il visitatore, ancora ignaro della potenza dell’arte. Alla biglietteria scopro che è possibile lasciare giacche, cappotti, borse, valigie, qualsiasi cosa che ostacoli una visita rilassata, al guardaroba, senza sovrapprezzo sul biglietto d’ingresso. Come si fa a non amare una città così?
La collezione di reperti delle civiltà italiche mi lascia senza parole! Monete, vasi, busti, sculture, ricostruzioni del linguaggio, delle popolazioni etrusche e romane. Mi torna in mente quando quindici anni fa studiavo sui libri di storia un misero paragrafo dedicato all’Etruria, che riportava appena la fascia temporale e la regione geografica di presunta provenienza. Invece qui all’Altes Museum ci sono interi cartelloni che riportano dati e fatti storici, finalmente posso ricostruire la storia di questa misteriosa popolazione che mi ha sempre affascinata, la popolazione originaria della penisola italica. Anche il linguaggio, ora è possibile decifrare interi codici, di fianco ad ogni reperto vi è riportata la traduzione, in inglese e tedesco! Il visitatore deve capire, quando uscirà dal museo sarà venuto a conoscenza di qualcosa che non conosceva e che non dimenticherà mai più!
La prima area riguarda l’Italia antica, Italia Antiqua – Etrusker und Römer, Etruschi e Romani. Scopriamo le necropoli e l’urbanistica etrusca, gli stili di vita e il culto della morte nell’antica Roma, l’influenza greca sulle primissime sculture romane, le ville romane all’insegna del lusso come stile di vita, stile che trova tutta la mia approvazione anche se con millenni di distanza, fino ai primi segni dell’avvento dell’Impero, che riconosco subito nei busti che ritraggono i nobili dell’epoca, potere e magnificenza, coraggio e fierezza. La seconda area è dedicata all’arte greca, la cui influenza si è sentita in tutte le culture del Mediterraneo.
Guardo l’orologio e … no! È già ora di pranzo! Com’è possibile? Pensare che a scuola storia era la materia che detestavo di più! Sarà l’atmosfera, la perfetta conservazione dei reperti, la cura con cui il museo conserva ed espone questi reperti, i guardiani ad ogni angolo che tengono d’occhio senza pietà ogni visitatore, potenziale delinquente distruttore o semplicemente ladro, ma che all’Altes Museum non troverà via di scampo, … Sarà che all’Altes Museum si vive un momento di passato! Dopo la pausa per un pranzo veloce, in sostanza un Currywurst tipico berlinese guarnito da deliziose patate arrosto e un’immancabile Berliner Pilsner, proseguiamo in direzione dell’Alte Nationalgalerie, la Galleria Nazionale di arte pittorica. Anche qui le colonne sono gigantesche e il visitatore si sente scomparire passo dopo passo, ma sembrano meno minacciose, non posso fare a meno di ammirare deliziata le statue lungo la scalinata, cosa che mi fa sentire una nobildonna dell’Ottocento che decide di regalarsi un assaggio di pura cultura. Solo all’entrata il Tempio dell’Arte mi blocca temporaneamente l’entrata di ossigeno nei polmoni! La volta è come un cielo azzurro architettonicamente tendente alla perfezione, a mezzogiorno la luce del sole entra per irradiare le statue degli dei che accolgono il visitatore. L’Alte Nationalgalerie è l’Olimpo dell’arte! Qui si celebra la pittura del diciannovesimo secolo: Classicismo, Romanticismo, Impressionismo, Simbolismo e Art Nouveau, in Germania nota col nome proprio di Jugendstils.
Caspar David Friedrich con il celeberrimo quadro Der Mönch am Meer, Il Monaco al Mare, lascia passare minuti e minuti senza più significato temporale, tanto sono forti quelle pennelate scure che ti fanno rimanere inchiodato lì davanti al quadro a porti domande e riflessioni che mai ti sei chiesto in vita tua. L’arte è una sensazione, come l’inquietudine davanti a Die Welle, L’Onda, di Gustave Courbet o l’indiscutibile bellezza di Amor und Psyche, Amore e Psiche, di Reinhold Begas, la scultura che celebra il più famoso mito d’amore. Dopo la sala dedicata al Classicismo entriamo nel salone dell’Idealismo, del Realismo di Max Liebermann, Fritz von Uhde, della Münchner Malerei, la scuola di pittura di Monaco, per finire con i capolavori dei maestri impressionisti. Mühle an der Couleuvre bei Pontoise, Il Mulino, di Paul Cézanne e Im Wintergarten di Edouard Manet sono opere che mi resteranno sempre nel cuore.
La terza area ospita il Romanticismo e il suo maestro per eccellenza, Johann Wolfgang Goethe. Percorriamo tutto il diciannovesimo secolo quadro dopo quadro, la perfezione delle guglie e dei contrasti cromatici di Mittelalterliche Stadt an einem Fluß, Città Medievale su un Fiume, di Carl Friedrich Schinkel rischia di farmi rimanere lì davanti fino alla chiusura della Galleria, Der einsame Baum, L’Albero Solitario, di Caspar David Friedrich porta l’immaginazione verso paesi lontani, il maestro romantico per eccellenza è celebrato nelle due aree a lui dedicate, le Goethezeit, per proseguire alla scoperta di tutti i pittori romantici tedeschi fino alla Düsseldorfer Schule, la scuola di Düsseldorf.
Quando usciamo, a metà pomeriggio inoltrato, avviene un miracolo. Una guardia canta un’opera lirica di sicuro periodo romantico. Solo a Berlino i guardiani del museo sono cantanti lirici! 05I musei chiudono alle sei del pomeriggio. Ore 16.30, cosa scegliamo? Il richiamo di Nefertiti porta senza indugio a varcare l’entrata del Neues Museum. Contrariamente al nome, il Neues Museum ospita reperti e ricostruzioni della Preistoria e della storia antica. Il museo è un enorme costruzione moderna, da cui il nome Neues Museum. La prima sala è interamente dedicata alla preistoria: qui non sono solo conservati i reperti ritrovati, ma sono presenti ricostruzioni, interpretazioni e piccole installazioni per far rivivere un attimo di preistoria, sia con l’occhio curioso di un bambino sia con lo sguardo vigile di un adulto. Scopro l’esistenza di una mitologia ben strutturata secoli prima dell’avvento dei faraoni in Egitto, però i sarcofagi egizi rubano impietosi la scena a quanto visto prima. Ogni visitatore si sente un moderno Indiana Jones che ha ritrovato il tesoro a lungo cercato. Entriamo nella sala successiva, dove veniamo accolti dalla cultura teutonica di Odino degli Unni. Alla nostra sinistra si trova la manna di ogni archeologo, i reperti dell’antica Troia di Schliemann, le pagine riportate dai libri di storia sono realtà in questo museo! Man mano che proseguo sento l’entusiasmo crescere di pari passo: perdo il conto degli oggetti che ogni faraone portava all’Aldilà e, meraviglia delle meraviglie, davanti ai miei occhi si trova la Bibliothek der Antike, la Biblioteca degli Antichi, papiri e tavole su cui sono incisi geroglifici. Quasi li posso toccare! L’eccitazione sale oltre misura, ho timore e reverenza per queste tavole un tempo di proprietà esclusiva dei sacerdoti d’Egitto. La meraviglia assoluta del Neues Museum, meraviglia che attraversa oceani, continenti, millenni, la meraviglia immortale si chiama Nefertiti, il cui busto è esposto al pubblico nella Raum 210, la Nordkuppelsaal. Nefertiti è lì, bellissima, immortale, perfetta, regina di ogni tempo e di ogni luogo, lei che con la sua regalità dona eleganza e importanza a una stanza con cupola quasi spoglia, lei che si offre generosa a migliaia di flash ogni giorno, lei, Nefertiti, la regina d’Egitto nell’antichità, la regina del mondo oggi. Completiamo la visita salendo all’ultimo livello, dove sono esposti i reperti dell’Età dell’Oro, dell’Età del Bronzo, dove piccoli utensili e manufatti della Berlino di millenni fa guardano fieri dalle teche, da cui appaiono come tesori.
Ore 18. I musei chiudono tutti insieme, i guardiani non hanno pietà. Siamo in Germania, l’orario di chiusura è rispettato senza eccezioni. Non facciamo in tempo a visitare il Pergamonmuseum con i suoi capolavori di arte asiatica e islamica, tantomeno di ammirare le sculture bizantine esposte all’interno del Bode-Museum! Berlino chiama per un imminente ritorno. Tutti i giorni sento il richiamo irresistibile di Nefertiti …