Nice la belle: un landa sospesa tra collina e mare. Dove immergersi nel bien vivre della costa azzurra e mangiare socca (ndr. la nostrana farinata di ceci). Un sogno soprattutto perché ci troviamo in Francia, luogo in cui i quadrupedi accedono ovunque. Spiagge, locali, ristoranti. Ovunque siamo accolti con grande gentilezza. Merito del nostro compagno di viaggio: Rimbaud è un simpatico chihuahua procacciatore di coccole e, dove si va, catalizza l’attenzione dei presenti.
Il fatto che io sia del segno della vergine è una premessa indispensabile, per raccontare nel dettaglio quanto è accaduto. Sono cavillosa e precisa all’inverosimile. Per questo, quando prenoto su hotels.com e seleziono, all’interno delle varie opzioni, l’hotel Mercure Grimaldi, indicato come pets friendly sentendomi tranquilla: i cani sono ben accetti e non ci saranno sgradevoli sorprese. Acquisto la mia soluzione e si parte alla volta di Nizza dove, in primis al check in veniamo accolti con un saluto cordiale, rivolto al nostro piccolo accompagnatore. Ci informano che la stanza è stata saldata e che non è prevista la colazione. Tutto corretto. Peccato che una volta scesi nuovamente ci viene fatto notare che dobbiamo pagare un sovrapprezzo per le petit chien.
Ma come? Ho prenotato avvisando della sua presenza e mi viene chiesto di pagare un importo ulteriore non contemplato all’interno dei costi prestabiliti? Chiedo di verificare nuovamente ma non mi viene più detto nulla, fino al check-out quando insieme alla tassa di soggiorno (corretto perché va pagata in loco) scopro che le petit chien paga 20 euro.
Saldo l’importo ma decido che non starò zitta. Della due, l’una: o ha sbagliato il motore hotels.com a non includere il sovrapprezzo (e il suo relativo importo) o l’hotel comunque che, al momento della prenotazione è risultato inadempiente in quanto una mail con la cifra corrispettiva avrebbero potuto inviarla per avvisare del sovrapprezzo da pagare in loco.
Non contesto la cifra: il mio cane è un figlio a tutti gli effetti, viaggia sempre con noi e per lui non abbiamo reticenze a pagare. Ma trovo fastidiosa la modalità. Se fossimo stati avvisata per tempo, avremmo potuto optare per una collocazione differente oltre al fatto che “il dazio” del sovrapprezzo per i cani rappresenta un vero paradosso. Un bambino fino a 12 anni alloggia nella stanza dei genitori, fornito di letto aggiuntivo senza incappare in supplementi mentre un cane di 2kg che dorme nella sua borsa deve pagare un importo arbitrariamente stabilito dall’hotel in cui si trova.
Se avessi avuto un Labrador, mi avrebbero chiesto la tariffa di una suite?
Quindi, amici che viaggiate con i vostri cani, attenti: sia ai motori di ricerca che vi forniscono informazioni incomplete sia agli hotel che vi promettono di accettare il vostro amato, sorprendendovi al momento del check-out.
Anche a voi è successo?
(Nella foto il molosso di nome Rimbaud)