La neve e le acque termali, il freddo e il caldo: a Bormio, fin dai tempi antichi, energie opposte – quasi alla maniera dello yin e dello yang della tradizione cinese – si fondono in un insieme unico, armonico, da apprezzare appieno nella stagione invernale. Nella “Magnifica Terra”, come viene chiamato questo angolo di Valtellina, sono nove le fonti calde, tutte con un proprio nome (San Martino, Arciduchessa, Cassiodora, Zampillo dei bambini, San Carlo, Ostrogoti, Nibelunghi, Pliniana e Cingliaccia), conosciute e frequentate fin dai tempi dell’Impero Romano, come testimoniano le citazioni dello storico Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Queste fonti sgorgano a un’altitudine compresa tra i 1370 e i 1421 metri, a una temperatura tra i 36° e i 43° C, attorniate da un domaine skiable da favola e dall’incantevole ambiente alpino del Parco Nazionale dello Stelvio. Le acque sono classificate come “termali bicarbonato-solfato-alcaline-