Di Rita Scarlatta:
Singapore è una metropoli eclettica e caleidoscopica. Questo, oggi, in quanto fino al 1819 era uno sconosciuto villaggio di pescatori situato in una posizione strategica. Sir Stanford Raffles, un ufficiale britannico della Compagnia delle Indie, si rese conto che tale luogo avrebbe costituito il posto perfetto per il controllo dei commerci tra est ed ovest, fino a quel momento appannaggio degli Olandesi. Fu un’intuizione brillante tanto che già nel 1824 la popolazione era passata da centocinquanta a diecimila abitanti. Seguirono alterne vicende di guerre e domini stranieri e fu solo nel 1945 che divenne una colonia inglese fino all’indipendenza nel 1965.
L’impronta britannica è tuttora ben presente nei numerosi parchi che accolgono il visitatore dall’aeroporto fino al centro città. La conferma più affascinante resta, comunque, l’esperienza di un tè, rigorosamente at five o’clock, al Raffles Hotel. Vi sentirete personaggi di un romanzo ambientato nell’epoca coloniale e vi sembrerà di avvertire la presenza dei frequentatori più celebri, da Somerset Maugham a Ernest Hemingway
All’uscita, con un emozionante balzo nel tempo, vi accoglierà l’avveniristico skyline di Marina Bay con i suoi iconici grattacieli e un bosco d’acciaio e luci di alberi della vita (vedi Expo 2015) che darà la sensazione di trovarsi al centro di un set di un film di fantascienza. Sulla sommità di due grattacieli affiancati una nave in muratura racchiude una piscina olimpionica.
Siamo arrivati a Singapore nel pieno del Capodanno Cinese. Senza volerlo, ci siamo trovati coinvolti in una delle numerose parate, con sfilate di carri e luminarie nel segno della millenaria tradizione cinese. Un altro emozionante confronto tra passato, presente e futuro.
L’atmosfera festosa e così insolita per il nostro spirito occidentale ci ha convinto a continuare i festeggiamenti nella vecchia Chinatown, in una colorata, chiassosa ed intrigante atmosfera orientale. Per l’occasione l’offerta di street-food è ancora più varia e la scelta di cosa mangiare può essere paragonata ad un gioco d’azzardo. Il divertimento è comunque assicurato così come la buona sorte garantita dai venditori di amuleti e portafortuna…
Su consiglio del Concierge dell’Hotel, che non finiremo mai di ringraziare, abbiamo dedicato un’intera giornata ai “Gardens by the Bay”. Avevamo con noi un opuscolo con la scritta : “Where wonder blooms” ed effettivamente è stata una giornata di continua meraviglia per il patrimonio botanico dell’intero pianeta ma anche di tristezza per quanto stiamo perdendo come prezzo da pagare al progresso.
I giardini occupano una superficie di oltre cento ettari e le due grandi cupole racchiudono piante e fiori da tutto il mondo in un indimenticabile carosello di colori e profumi . Nella cupola dedicata alla rain forest la più alta cascata al mondo realizzata in un interno contribuisce a mantenere il grado di umidità necessario alla vegetazione delle alture tropicali.
Intorno alle cupole si affaccia uno sterminato parco da percorrere a bordo di confortevoli trenini con audioguida per ammirare le varie tipologie di giardini che fanno di Singapore un crocevia di culture: il giardino cinese, quello indiano, quello malese e quello coloniale. Insomma una insolita ed interessante lezione di etnografia.
Al termine di una giornata così densa il ritorno in albergo permette di apprezzare ancora di più il comfort e la classe del Conrad Millenium Hotel. Situato in posizione strategica nella zona di Marina Bay offre camere perfette da ogni punto di vista. Il personale è preparato e disponibile. Il concierge Mohamad ci ha dato consigli preziosi e Fernando Diaz, assistant manager del ristorante Oscar’s è stato un valido aiuto nella traduzione del menù, tipica fusione di tutte le etnie di Singapore.
I giorni sono trascorsi (troppo) velocemente ed è giunto il momento della partenza alla volta di Kuala Lumpur. Dalla Stazione Marittima un comodo autobus a due piani ci condurrà attraverso il ponte che collega Singapore alla Malesia e da qui alla Malacca evocatrice di ricordi salgariani.
Il ponte è stato un altro elemento emblematico : da una parte i grattacieli di Singapore, dall’altra già appare una sterminata distesa verde.