In epoca greco-romana era conosciuta come Gerasa, abitata ininterrottamente da 6500 anni, oggi l’antico sito di Jerash è secondo per importanza solo a Petra e rappresenta una tappa immancabile nei tour della Giordania. Mentre la città antica e quella moderna sono circondate dalle stesse mura di cinta, un’accurata preservazione e pianificazione hanno fatto sì che la nuova Gerasa si sviluppasse ad est e ben lontano dalle rovine.
Gerasa si trova su una pianura circondata da colline di boschi e fertili bacini: conquistata dal generale Pompeo nel 63 a.C., cadde sotto il dominio dei Romani e fu annessa alla Lega della Decapoli, l’alleanza delle dieci grandi città romane.
La città visse il suo periodo di massimo splendore sotto il dominio dei Romani e ancora oggi è una delle città di epoca romana meglio conservate al mondo. Sepolta per secoli sotto la sabbia, prima di essere riscoperta e restaurata negli ultimi 80 anni, l’antica Gerasa costituisce una splendida testimonianza della grandezza e delle caratteristiche dell’opera di urbanizzazione condotta dai Romani nelle province dell’impero in Medio Oriente: strade lastricate, colonnati, templi in cima ad alture, meravigliosi teatri, spaziose piazze pubbliche, bagni termali, fontane e mura interrotte da torri e porte cittadine.
Pur sotto l’impronta greco-romana, Gerasa conserva una peculiare commistione di oriente e occidente. Architettura, religione e lingue di questa città riflettono un processo secolare in cui due potenti culture si sono sovrapposte, coesistendo: il mondo greco-romano del bacino mediterraneo e le antiche tradizioni dell’oriente arabo.
L’ippodromo ha dieci cancelli di partenza (carceres), al posto dei soliti dodici, rimessi insieme dalle macerie e ricostruiti con altre pietre mancanti. L’area dei posti a sedere (cavea) era profonda quattro metri con sedici file di posti a sedere. Ospitava 15.000 spettatori che, si dice, parlassero in lingua greca persino durante l’impero romano.