Di Rita Esse
Il vento ha spinto il temporale verso il New Jersey. Non piove più e decido di usufruire di un’altra opportunità del City Pass e di optare per il tour che prevede la visita della Statua della Libertà e di Ellis Island.
Quest’ultima, in particolare, è una sorta di “must” sia per me sia per il mio accompagnatore (colui che ha documentato attraverso un accurato reportage fotografico, il nostro viaggio). Qui, ha trovato le tracce dello sbarco di parecchi membri della sua famiglia all’inizio del secolo scorso.
Come al solito, il Pass ci evita lunghe code permettendoci di godere subito della vista dello skyline della parte inferiore di Manhattan da cui ci stiamo allontanando. La Statua della Libertà rappresenta un indiscusso richiamo turistico per il suo potente valore simbolico a cui, oggi, fa da contrappunto la Freedom Tower che abbiamo lasciato da poco.
Negli uffici del NYC Information Center ho ricevuto l’intera documentazione necessaria per conoscere i dettagli storici e tecnici di questo colosso inaugurato nel 1886. Pochi anni dopo, nel 1892 apriva il centro accoglienza di Ellis Island e, per molto tempo, l’edificio di mattoni rossi che si vede dal mare ha rappresentato per milioni di individui un traguardo agognato e la partenza verso un futuro migliore. Pare che metà dell’intera popolazione americana possa far risalire le proprie origini a quest’isola che funzionò da punto di accoglienza e smistamento per immigrati dal 1892 al 1954.
Oggi, con l’ausilio delle più moderne tecnologie, un archivio permette di ricostruire l’ingresso dei quasi 12 milioni di persone che sono passate attraverso la Registry Room. E’, comunque, la vista degli oggetti che gli immigrati portavano con sé la parte più toccante di questo pellegrinaggio nella Storia: le decine di povere valigie accatastate agli angoli delle stanze aiutano a capire quanto siamo fortunati noi che ci sentiamo “nati con la valigia”. Ellis Island resta, a mio parere, un’esperienza da non perdere se non altro per capire ed accettare tante realtà vicino a noi che, magari, a volte suscitano dissensi.
Il traghetto mi riporta a Battery Park in concomitanza con l’uscita dagli uffici degli impiegati che lavorano nel Fiinancial District. Due passi fino all’edificio della Borsa e delle grandi Banche che decidono le sorti dell’economia mondiale con l’altalena delle azioni, sono sufficienti a riportarmi alla frenetica realtà di oggi.
Sfruttando l’esauriente documentazione in nostro possesso troviamo l’autobus giusto che ci riporterà nel dedalo del Village: tra China Town, Little Italy, fino all’albergo. I giri in autobus sono sempre un modo economico e interessante per vedere la città e chi ci vive.
Ancora una serata dedicata a passeggiate senza meta nella Midtown mentre il sole incendia i cristalli dei grattacieli per poi lasciare spazio al solito trionfo di luci. A domani…
English
Di Rita Esse
The wind drove the storm into New Jersey. It had stopped raining and I decided to take advantage of new opportunities in the City Pass and opt for a tour that includes a visit to the Statue of Liberty and Ellis Island.
The latter, in particular, is a “must” for me and for my companion (who documented through a detailed photo report, our trip). Here, he found traces of the landing of several members of his family at the beginning of the last century.
As usual, the Pass we avoid long queues allowing us to immediately enjoy the view of the skyline of lower Manhattan from where we are moving away. The Statue of Liberty is an undisputed tourist attraction for its powerful symbolic value which, today, is a counterpoint to the Freedom Tower that we just left.
In the offices of NYC Information Center I received all the documentation necessary to know the historical and technical details of this giant opened in 1886. A few years later, in 1892, opened the welcome center of Ellis Island, and for a long time, the red brick building that can be seen from the sea has been for millions of individuals a coveted goal and the start to a better future. It seems that half the American population can trace their origins to this island, which functioned as a meeting place and hub for immigrants from 1892 to 1954.
Today, with the help of the latest technology, an archive allows us to reconstruct the input of the nearly 12 million people who have gone through the Registry Room. E ‘, however, the view of the objects that immigrants brought with them the most poignant part of this pilgrimage in history: the dozens of poor suitcases piled in the corners of the rooms to help us understand how lucky we are that we feel “born with a suitcase “. Ellis Island is, in my opinion, an experience not to be missed if only to understand and accept many realities around us that maybe sometimes provoke dissent.
The ferry me back to Battery Park in conjunction with the release of employees working from offices in Fiinancial District. Two steps to the building of the Stock Exchange and major banks that decide the fate of the world economy with the swing of the shares, are enough to bring me back to the hectic reality of today.
Leveraging the extensive documentation in our possession we find the right bus to take us back into the maze of Village of China Town, Little Italy, to the hotel. The bus rides are always a cheap and interesting to see the city and those who live there.
Even an evening dedicated to walking aimlessly in Midtown as the sun burns the crystals of skyscrapers and then leave space usual triumph of lights.
See you tomorrow…