Sulle strade di Bacco, tra archeologia e vigneti
Il sud della Sardegna, soleggiato e accarezzato dal vento, è da sempre una delle zone a maggiore produzione vinicola, tra cui spiccano vini doc da dessert (Malvasia e Girò, Moscato e Nasco), il bianco autoctono Nuragus e i rossi Monica e Carignano del Sulcis (nelle tipologie Rosato e Rosso, anche Passito, Riserva e Superiore). Per degustare questi eccellenti vini ecco un itinerario da seguire. Si può partire da Castiadas, sulla costa sud-est della Sardegna, attraversando poi piccoli e affascinanti paesi dell’entroterra come Armungia, Senorbì, Dolianova, Settimo San Pietro, passando per Cagliari e proseguire poi per Santadi , fino a Calasetta,sulla costa sud-ovest dell’isola.Castiadas è un piccolo comune a due passi dal mare, famoso per la sua Colonia Penale Agricola dell’800, ancora oggi visitabile, e per il complesso megalitico risalente al 5000 a.c. di Cuili Piras con 53 Menhirs, allineati secondo le diverse posizioni astrali; le tombe dei giganti; il nuraghe Sa Domu de s’Orcu in prossimità di Santa Giusta e le Domus de Janas (Case delle fate) ipogei funerari risalenti al neolitico.Tra le cantine da visitare si segnala la cantina Castiadas (www.cantinecastiadas.it) a Olia Speciosa, famosa per il celebre Cannonau.
Quella cannonata di Cannonau
In questa zona, olio e vino trovano la loro terra d’elezione, partendo dal Nuragus la cui origine si perde nella notte dei tempi e che grazie alla rivoluzione portata avanti da alcuni viticoltori ha visto una nuova luce dando vita a vini di altissima qualità negli uvaggi con il Vermentino e la Malvasia, ma anche con il Chardonnay. Nell’entroterra, si raggiunge Serdiana con la cantina Argiolas(www.argiolas.it), una delle più antiche, creata all’inizio del secolo e portata avanti dalla stessa famiglia da più generazioni con lo stesso amore per la viticoltura e per l’enologia. Nel 1991, affiancati dall’enologo Giacomo Tachis è stato creato il marchio Argiolas diventato celebre a livello internazionale sia per i bianchi che per i rossi. Un’altra azienda della cittadina è Pala (www.pala.it): anch’essa cantina di famiglia, ha conservato il rispetto della tradizione, la cura e la dedizione al vigneto e alla produzione del vino. E’ la volta di Senorbì, una zona storicamente ricca per l’importante produzione di frumento, tanto da essere chiamata il “granaio di Roma”. Qui la cantina Trexenta(www.cantina-trexenta.it) è stata fondata per iniziativa di 23 viticoltori provenienti da diversi comuni di quel territorio, zona di dolci colline dove la coltura della vite ha origini antichissime. Proseguendo verso sud in pochi minuti si giunge a Dolianova, un borgo che ha visto la sua nascita ufficiale soltanto nel 1905 dall’unione degli antichi villaggi medievali di San Pantaleo e Sicci San Biagio. Il paesaggio è tipicamente mediterraneo, caratterizzato da dolci colline e da un clima mite che rendono particolarmente fertile il terreno e vocato alla viticoltura ed alla olivicoltura.
In zona si trovano inoltre numerose testimonianze del passato, tra cui i resti delle terme romane di Sa Cora, il Nuraghe sa dom’e S’Orcu (presso la Punta Bruncu Salamu), la Tomba dei Giganti di Su Tiriaxiu, e il più esteso complesso nuragico in località Sant’Uanni, le cui fortezze si trovano ancora in massima parte coperte da terra e vegetazione.
Seguendo la strada in direzione Cagliari si incontra Settimo San Pietro, il cui territorio conserva numerose tracce di insediamenti neolitici, come il complesso nuragico di “Cuccuru Nuraxi”, mentre la cantina più famosa è quella di Ferruccio Deiana (www.ferrucciodeiana.it): la coltivazione dei vitigni avviene prevalentemente nelle zone di Su Leunaxi e di Sibiola.
Da Cagliari si raggiunge in un’ora Santadi,situata nel basso Sulcis, nella zona sud-occidentale della Sardegna. Il territorio abitato sin dall’antichità, è avvolto dalla caratteristica macchia mediterranea e da foreste dove è facile incontrare cervi, daini e cinghiali. Molti sono gli insediamenti di interesse storico e archeologico visitabili nella zona: dalla Fortezza fenicio-punica alla Tomba dei Giganti di Barrancu Mancu fino alla Piana dei Menhir. Caratteristici poi sono i furriadroxius, piccoli agglomerati di case contadine realizzarte quasi sempre con mattoni di argilla, che in passato accoglievano chi si dedicava alle attività agricole. Sono decine e sono sparsi per le campagne in tutto il territorio. La Cantina, tra le più conosciute in Sardegna è quella omonima di Santadi (www.cantinadisantadi.it):l’azienda si trova in un’area dal terreno particolarmente generoso che genera vini di grande piacevolezza e qualità.Dirigendosi ad ovest verso Calasetta, la strada regala bellissimi scenari: siamo sul mare, nell’isola di Sant’Antioco, collegata alla terra ferma da un istmo e da un ponte, forse costruito già dai cartaginesi.La cantina di Calasetta(www.cantinacalasetta.com) produce vini d’eccellenza ottenuto dai vitigni tipici dell’area
Monica: e l’eremo dei monaci camaldolesi
la tesi più avvalorata riconduce l’origine di questo vino all’arrivo intorno al IX secolo dei Monaci Camaldolesi in Sardegna. Dalle coltivazioni di viti intorno ai conventi trarrebbe origine anche il nome. Il Monica di Cagliari, di colore rosso rubino, tenue, tendente all’arancione con l’invecchiamento, di odore intenso, fragrante e floreale, di gusto secco, poco tannico, molto caldo, pieno e morbido e gradazione intorno ai 14.5°. si sposa con cibi secchi, grandi piatti di selvaggina e formaggi piccanti.
Nasco: il suo nome potrebbe derivare dal latino MUSCUS da cui la voce dialettale Nuscu e poi Nascu. Sicuramente i romani con questo nome riferirsi ad un uva del luogo. La sua coltivazione ebbe diffusione in tutto il Campidano. Il disciplinare DOC ha stabilito la modalità di produzione: gradazione alcolica non inferiore ai 14°, invecchiamento di due anni per la produzione normale, almeno di 3 per la superiore. E’ vino secco vellutato, di gran pregio, colore giallo dorato ambrato, profumo delicato con sfumature di fiore di mandorlo e con sapore fino, sottile, caldo con leggero retrogusto di mandorle amare. E’ vino da dessert che si accompagna con dolci di mandorle ma ottimo anche come aperitivo accostato alla bottarga.
Nuragus: è certo che si tratti del vino più antico prodotto nell’isola, introdotto con probabilità dai fondatori fenici della città di Nora da cui il nome stesso del vino. Questa ipotesi è avvalorata oltre che dal nome anche dall’areale di coltivazione, nella pianura retrostante all’approdo. Vino Doc, dal colore paglierino tenue , con riflessi verdolini; ha un profumo delicato e lieve con sentori di fruttato e un sapore asciutto e fresco leggermente acidulo, armonico, gradevole con tenue gradazione alcolica. E’ eccellente vino da pesce , fresco è piacevolissimo aperitivo.
Carignano del Sulcis: di origine incerta (non si è stabilito se sia arrivato con i fenici e i cartaginesi o con gli spagnoli) ha trovato nel Sulcis la sua terra d’elezione. E’ un vino DOC di colore rosso rubino intenso, con odore fragrante, un gusto secco, sapido, giustamente tannico, caldo di medio corpo e con gradazione alcolica minima complessiva di 11.5°. Si sposa ai primi piatti, alle carni grigliate, agli insaccati e ai formaggi.